HOME

LE ORIGINI

I Della Torre, o Torriani, furono una famiglia milanese che dominò larga parte dell'Italia settentrionale tra il XIII e XIV secolo. Furono i primi Signori di Milano.

Anteriormente alla sua ascesa la famiglia fu investita dall'arcidiocesi di Milano del feudo della Valsassina, con al centro il borgo fortificato di Primaluna. Il primo esponente illustre fu Martino Della Torre detto il Gigante, conte di Valsassina, che nel 1148 combattè in Terra Santa nella seconda crociata trovando la morte per mano dei saraceni durante l'assedio di Damasco. A seguito di questi fatti lo stemma della casata, che era una torre rossa in campo bianco, fu sormontata da una mezzaluna. Oltre questo emblema poi la casata fece propri anche altri emblemi quali: il leone rampante, insegna della Valsassina; due scettri d'oro gigliati e decussati in campo azzurro per privilegio avuto dal re di Francia; l'insegna bianca e nera della Credenza di Sant'Ambrogio, acquisita grazie all'appartenza dei Torriani a questa organizzazione politica milanese.

I Della Torre cominciarono ad imporsi a Milano verso il 1240 con Pagano, nipote di Martino, il quale, salvando l'esercito milanese sconfitto da Federico II, fu eletto Capitano del Popolo e Anziano della Credenza di Sant'Ambrogio, trasferendosi così dalla Valsassina a Milano. Il Comune di Milano era allora teatro di una lotta civile tra i nobili, legati alla Società della Motta e rappresentato dai Visconti, e il popolo legato alla Credenza di Sant'Ambrogio e capitanato dai Torriani. L'autorità acquisita dai Della Torre si trasformò in Signoria nel 1259 con Martino, nipote di Pagano. I Torriani allargarono i loro diritti acquisiti anche nei contadi del Seprio, della Besana e della Martesana, grazie al Consiglio della Credenza che li aveva incaricati a presidiare la linea dell'Adda e a riscuotere, in nome della città, le tasse dei pedaggi, delle cavature, ecc. Enrico Della Torre, quale capitano della Martesana, godette di una estesa giurisdizione e grande autorità, da potere in certi casi disporre della vita dei sudditi con la pena capitale; egli fece di Cernusco un agguerrito castello e lo munì di una serie di fortificazioni tutto intorno, come lo indicano i nomi conservati tutt'oggi, attraverso i secoli, delle Cascine Torriana, Torriana Guerrina e Torrianetta. Lo storico Corio, milanese, riferisce che Cernusco era diventato, nella seconda metà del XIII secolo, il più saldo baluardo della famiglia Della Torre. In fondo a via IV Novembre, sono situati i ruderi di un castello con una torre e una cinta merlata, riconducibili, secondo alcuni storici, all'antico castello di proprietà del Conte Enrico Della Torre.

rudere

Nel 1263 la signoria passò a Filippo, fratello di Martino, il quale si oppose alla nomina ad arcivescovo di Milano di Ottone Visconti invece di Raimondo, cugino di Filippo. Morto Filippo nel 1265, gli successe Napoleone, detto Napo, figlio di Pagano, che ottenne nel 1273 da Rodolfo d'Asburgo il titolo di vicario imperiale. Durante la sua signoria la famiglia raggiunse l'apice della potenza. Tuttavia nel 1277 venne sconfitto nella battaglia di Desio dall'arcivescovo Ottone Visconti che costrinse i Della Torre a fuggire da Milano. Napo, fatto prigioniero, morì poco dopo nel castello di Baradello presso Como. Frequenti furono le azioni di guerriglia dei Torriani contro i Visconti; in una di queste essi, appoggiati dai cernuschesi, obbligarono le forze viscontee a concentrarsi tra Pioltello e Melzo e assalirono l'arcivescovo Ottone Visconti asserragliato in Gorgonzola dando alle fiamme il villaggio. Dopo alterne vicende seguite alla morte di Ottone, i Torriani, guidati da Guido Della Torre ebbero il sopravvento e riconquistarono la Signoria di Milano (1302 - 1311), costringendo all'esilio tutti i Visconti. Egli fu nominato Capitano del Popolo, ma non potè resistere alla ripresa delle ostilità da parte dei Visconti, appoggiati dall'imperatore tedesco Enrico VII. Guido, rimasto con pochi fedelissimi, fu circondato nella sua città e a malapena riuscì a riparare nel castello di Cernusco. Nonostante l'appoggio del papa Giovanni XXII, Guido fu costretto a lasciare definitivamente Milano; il castello di Cernusco venne manomesso dalla milizia alemanna e successivamente occupato dai Visconti. Gli scontri proseguirono fino al 1332 quando, per intercessione del Papa, fu stipulata la pace e i Della Torre poterono rientrare nel milanese e riottenere i beni confiscati. Parte dei Della Torre tornarono in Valsassina; altri trovarono asilo e fortuna ad Aquileia, dove Raimondo era divenuto nel 1273 patriarca dando origine ai rami friulani e veneti della casata.

LO STEMMA DI CERNUSCO


Lo stemma del Comune di Cernusco sul Naviglio riassume tutta la sua storia.

Nella parte superiore, infatti, si ricorda l'origine romana: vi campeggia l'anfora ritrovata nel 1849 contenenti le ceneri del console romano Caio Asinio. Nel centro, una fascia azzurra e ondata, con la scritta latina Cisnusculum, rappresenta il Naviglio della Martesana che ebbe molta importanza nella storia del nostro paese. Nella metà inferiore una torre rossa con merlatura guelfa, campeggiante su una distesa verde, ricorda come Cernusco, nell'ultimo Medioevo e agli inizi dell'età moderna, sia stata una roccaforte e un feudo dei Della Torre.

stemma

I DELLA TORRE DI CERNUSCO

All'interno del sito troverete le informazioni che ho raccolto sulle famiglie Della Torre che hanno vissuto a Cernusco dal 1600 fino ad oggi consultando i registri parrocchiali e comunali. I dati anagrafici così raccolti li ho suddivisi negli elenchi dei battesimi, matrimoni e defunti che sono stati il punto di partenza per la costruzione dell'albero genealogico.

Tra i vari discendenti della famiglia Della Torre spicca la figura del Servo di Dio Carlo Della Torre (1900 - 1982), missionario salesiano, nativo di Cernusco sul Naviglio e morto a Bangkok in Thailandia. Uomo forte e determinato, di grande fede, partì per la missione in Estremo Oriente nel 1926, quando Cernusco contava circa 5.000 abitanti, e non fece più ritorno. Nella sua vita da missionario, interamente spesa per gli altri secondo l'esempio di Cristo, fece molte opere di bene come dirigere un ospedale per poveri, costruire scuole, ma soprattutto, come era sempre stato suo grande desiderio, fondare un Istituto di sacerdoti e suore indigene affinché, venendo a mancare in futuro i missionari europei, la chiesa locale potesse continuare l'opera di evangelizzazione. Come segno di grande riconoscenza la comunità cernuschese gli ha dedicato una piazza, per ricordare nel tempo la grande figura umana, morale e religiosa.

carlo

Dalle Sue Memorie autografe tratte da Voce Amica: "Colui che scrive nacque nel 1900. Fu chiamato al servizio militare due volte nel 1917 poi rimandato e richiamato di nuovo nel 1920. In seguito, per la morte del genitore fu esonerato dal servizio militare e tornato a casa, continuò ad appartenere all'Associazione Cattolica giovanile per la spiegazione del catechismo. Su esortazione del confessore ordinario, presi parte giornaliera alla S. Messa, comunione, meditazione e visita al Santissimo Sacramento. In seguito un giorno vidi in alto nell'aria una bella figura di giovane sposa con un bimbo sul braccio sinistro che guardava in terra, poi svanì. Non compresi nulla, perché mai vidi una simile figura: solo quando entrai nel seminario di Ivrea compresi la cosa. Non feci parola a nessuno di ciò che vidi. In seguito andai a trovare il mio confessore e senza che gli parlassi mi disse subito: senti Carlo lascia da parte studi e ogni altra cosa perché tu devi andare a farti sacerdote e fondare un Istituto! Rifiutai, asserendo di dover aiutare la madre e la famiglia. Continuai li mio modo di vivere, però il confessore di tanto in tanto mi ripeteva l'invito. Così ne feci parola alla madre che mi disse: pensaci bene, perché parecchi sono andati per farsi sacerdoti, religiosi e religiose, ma quasi tutti sono tornati a casa. Passò così qualche tempo, poi incominciai a sentirmi male internamente. In seguito fui corteggiato da una ragazza che desiderava sposarsi e le risposi di attendere perché ero troppo giovane. Scrissi questo su una lettera e la chiusi in una busta. Era giorno di domenica ore due dopo pranzo. Sentii però una voce distinta che mi disse: non è questa la tua vita da seguire. Rimasi stupefatto perché non vidi persona essendo la camera chiusa. Visto ciò presi la busta e la stracciai, ma non dissi nulla al confessore. Parlai alla madre di nuovo perché mi sentivo male internamente. La madre disse: sei veramente deciso? ebbene sono anch'io contenta, però a una condizione, di non tornare indietro neanche per farvi visita alla madre malata o morente. Promisi."


LUOGHI


Cernusco - Santuario di S. Maria Assunta


Cernusco - Villa Alari


Cernusco - Piazza Don Carlo Della Torre


Cernusco - Piazza Don Carlo Della Torre


Cernusco - Via Marcelline


Cernusco - Cascina Fornaci


Cernusco - Cascina Olearia


Cernusco - Piazza Unità d'Italia - Monumento dedicato alla Banda de Cernusc


Bangkok - Monumento di Don Carlo Della Torre